Genova. A quasi dieci mesi dall’arresto di Don Riccardo Seppia, il parroco della chiesa di Santo Spirito di Sestri Ponente, finito in carcere con l’accusa di abusi su minore e cessione di sostanze stupefacenti, parte domani il processo con rito ordinario a carico di Emanuele Alfano, ex seminarista e amico del sacerdote, arrestato cinque giorni dopo, il 19 maggio 2011, nell’ambito della stessa inchiesta per induzione alla prostituzione minorile continuata e favoreggiamento e detenzione di materiale pedopornografico.
Alfano, che al momento dell’arresto stava per imbarcarsi come croupier su una nave da crociera, fu incastrato dal racconto di due minori di 17 anni che avevano ammesso di aver avuto rapporti sessuali con lui e con don Seppia. Secondo il racconto dei due, raccolto dai carabinieri del Nas di Milano, da cui è partito il filone di inchiesta, i rapporti venivano consumati in cambio di soldi.
Per l’accusa l’ex seminarista avrebbe contattato due minori via internet e li avrebbe presentati a Don Seppia, e avrebbe anche agevolato lo scambio di telefonate tra Don Seppia e le sue presunte vittime. Ad Alfano sono stati negati gli arresti domiciliari.
Diverso invece il percorso giudiziario per Don Seppia: l’ex parroco ha scelto il rito abbreviato con prima udienza programmata per il 14 febbraio. Attualmente si trova ancora nella speciale sezione sex offenders all’interno del carcere di Sanremo, dove fu trasferito il 23 maggio su sua richiesta in seguito a epidodi di insulti e minacce all’interno del carcere di Marassi.