Cronaca

Liberalizzazione orari negozi, Cgil contraria: “Nessun aumento nei consumi e danno per i lavoratori”

laura buzzo, segreteria provinciale Filcams Cgil

Genova. Liberalizzare gli orari di apertura dei negozi non incrementerà i consumi ma si tradurrà in un peggioramento delle condizioni dei lavoratori. A puntare il dito contro la misura del governo Monti, contenuta nel decreto Salva Italia, è la Filcams Cgil.

“L’impostazione strumentale ‘più orario di apertura, più scontrini = incremento dei consumi ed aumento dell’occupazione’ – scrive il sindacato in una nota – sembra non voler guardare in maniera pragmatica né alle reali motivazioni della crisi dei consumi, né tantomeno ai diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori del settore”.

In un quadro normativo di riferimento, in Liguria, che già prevede la possibilità di apertura degli esercizi commerciali per 52 domeniche e tutte le festività, “risulta difficile pensare che il problema della flessione negativa dei consumi, sia nella piccola che nella media e grande distribuzione, si risolva grazie alla liberalizzazione selvaggia degli orari”.

L’unico strumento per ridare impulso all’economia sta secondo Filcams Cgil “nel riconsegnare potere d’acquisto a pensioni e retribuzioni: la manovra del Governo, aumentando il peso dell’imposizione fiscale sui redditi da lavoro dipendente, introducendo l’Imu, aumentando l’Iva ed in generale i prezzi al consumo, va in una direzione diametralmente opposta”.

Nel contempo, sul lato occupazionale, la stessa manovra “non crea opportunità di lavoro stabile e deprecarizzato, ma anzi alimenta ulteriormente il fenomeno del lavoro part time e determinato, fino all’utilizzo di tutte quelle forme di contratto parasubordinato contro il cui utilizzo da tempo la Filcams Cgil è impegnata.
A ciò si aggiunge un sicuro peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro della forza lavoro che rappresentiamo, per la maggioranza femminile, a causa delle sempre maggiori difficoltà di conciliazioni che verranno ulteriormente aggravate da questa manovra.

Auspichiamo pertanto che, così come sta avvenendo in numerose regioni italiane, anche in Liguria venga assunta, non a parole ma nei fatti, una ferma posizione nei confronti di un provvedimento che di fatto ha esautorato le amministrazioni locali dalla possibilità di concertazione consegnata loro dalla stessa Carta Costituzionale. Ciò nell’ottica di preservare un grande patrimonio, ovvero la possibilità di concertazione tra istituzioni, associazioni imprenditoriali e parti sociali” conclude il sindacato.

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