Politica

Genova, ponente: manifestazione del 14 luglio, non solo container radioattivo

comitato prà

Genova. Non è solo il container radioattivo, ma tutta la questione porto a essere messa qui in primo piano, dalle istituzioni e dalle quasi 90 associazioni e comitati dei cittadini. Giovedì 14 luglio il ponente genovese, mai storicamente così unito, in tutte le sue componenti (Pegli, Prà, Voltri, comitati e istituzioni), scendderà in piazza non solo per esigere l’immediata rimozione del container.

Nicola Montese, del comitato di Prà, che molto si è speso per la causa in questo anno dice:”Non solo container ma proprio l’industria porto in generale, il ponente ha assunto una consapevolezza diversa, ha fatto finalmente fronte comune non tanto per riaprire un discorso, ma per cominciarlo, considerato proprio che in questi termini non è mai stato iniziato. Siamo tutti insieme uniti per chiedere più salute, pù lavoro, più rispetto da parte del porto nei confronti di chi vive in questa zona”.

Montese ha voluto sottolineare con forza non solo l’unità di questo fronte, ma proprio il fatto che la questione ora no è solo quella del container “Non solo per il container radioattivo, ma anche per la rimozione immediata dei container che da poco sono comparsi a duecento metri dalle case”.

Glii fa eco Rosa Molrè, vice-presidente del municipio ponente che racconta cosa accadrà nella manifestazione di giovendì: “La manifestazione partirà in piazza Bignani, con in testa le istituzioni e poi tutti i cittadini. Andremo in via Sappello poi scenderemo verso Prà, poi andremo al casello autostradale dove imboccheremo il ponte elicoidale che porta al porto. L’obiettivo è quello di dimostrare anche simbolicamente che si può impedire l’accesso al porto di questi container”.

L’auspicio per la Morlè è che questa sia l’ultima manifestazione, ma : “Ma temo che sia l’inizio del discorso, tutto il resto va contrattato giorno per giorno. Non possono solo abbassare i container, ma devono sparire. Dobbiamo trovare soluzione anche per il rumore, attaccare generatori verso mare, in attesa dell’elettrificazione delle banchine. Su questo non dobbiamo tirarci indietro”.

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