Cronaca

Genova, il Principe dell’insicurezza: telecamere spente o puntate su muri e tettoie

Genova (Principe). Il 14 novembre anche questo giornale dava notizia di una possibile stupro ai danni di un quattordicenne di Rapallo avvenuto nei bagni della stazione ferroviaria di Genova Principe. Il giorno successivo si diffondeva la notizia di una possibile telecamera che avrebbe registrato questo terribile avvenimento.

Da quel giorno non si è saputo più nulla. Le fonti che abbiamo interpellato sono sempre state reticenti a fornire ulteriori dettagli e precisazioni sull’avvenimento. Genova24 ha deciso perciò di andare alla Stazione Principe a vagliare la presenza di telecamere e la loro funzionalità.

Chiunque prenda un treno dalle principali stazioni genovesi è solito ascoltare più volte il messaggio “Per motivi di sicurezza la stazione è sorvegliata da telecamere. I bagagli incustoditi saranno controllati dalla polizia”. Al di là della valutazione rispetto a queste misure di sicurezza, considerati questi messaggi e la garanzia data da Trenitalia, chiunque si aspetta una diffusa presenza di telecamere, la loro funzionalità, una strumentazione adeguata fornita alla Polfer (la polizia ferroviaria) affinché possa utilizzare il flusso di immagini che proviene da queste telecamere.

La realtà che Genova24 ha potuto constatare è decisamente distante. Sono molte le anomalie riscontrate.

Le telecamere davvero funzionanti sono poche: quelle nell’atrio, nella sala d’aspetto, quelle nei binari sotterranei, alcune nel sottopasso che porta ai binari. Stop

Nel numero delle telecamere funzionati ce ne sono due – proprio quelle posizionate dai bagni che avrebbero dovuto filmare la violenza sul quattordicenne di Rapallo – che a seguito dei lavori di rinnovamento della stazione, conclusi nella parte che si affaccia su via Andrea Doria, ora inquadrano costantemente delle pensiline. Proprio così: due telecamere che ormai fissano una sola immagine: la parte superiore delle tettoie, che impedisce così la possibilità di inquadrare persone, eventuali valigie abbandonate o episodi di criminalità.

La presenza di un numero considerevole di telecamere ben visibili, posizionate per la maggior parte a presidio di ciascun altro binario, che molto probabilmente non sono funzionanti (sono finte?). Lo si nota dall’assenza di qualsivoglia led luminoso, ma anche il paradosso di telecamere evidentemente posizionate e direzionate verso il muro.

Non funzionano neanche tutte le telecamere puntate sulle scale che portano ai binari e quelle su tutte le piattaforme.

Genova24 ha inoltre potuto appurare anche che la strumentazione a disposizione della polizia ferroviaria risulta essere decisamente inadeguata e di poco aiuto – in certe occasioni di nessun aiuto – agli uomini e alle donne della polizia che devono perciò effettuare il loro lavoro di controllo e prevenzione dei reati senza l’ausilio di adeguata tecnologia. Un esempio eclatante è quello relativo alla registrazione del flusso di immagini che provengono dalle diverse telecamere che sono a disposizione delle Polfer: questi video sono infatti registrati su un supporto vhs – ormai desueto in qualsiasi altro ambito.

La registrazione in vhs non solo comporta una maggiore spesa e una minore praticità nella gestione e archiviazione dei video registrati – come noto un cd-rom o un hard disk in cui registrare i video sarebbero più pratici ed economici – ma implica una pressoché inutilizzabilità del video nel momento in cui cogliesse un reato. Infatti l’immagine così registrata è inutile, proprio perché un suo ingrandimento utile a identificare visi di chi eventualmente commette reati, ha come risultato la visualizzazione solo di una serie di puntini: i cosiddetti pixel.

I sindacati di polizia già lo scorso ottobre avevano lanciato l’allarme sui tagli che implicavano riduzione di personale e dell’orario di lavoro, oltre che svariate difficoltà nel lavoro quotidiano. Le telecamere della stazione Principe ne sono ulteriore esempio. E’ chiaro che a questo punto ci si aspetta delle risposte da Trenitalia per comprendere quali sforzi compia per rendere più sicura la permanenza nei locali della stazione.

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